Lenta-mente
Tiriamo le somme di questi 2 anni in Appennino modenese
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BelIl:
27 Aprile 2024Hai presente quando ti raccontano solo il lato bello della medaglia?
Nell’articolo di oggi vogliamo farti scoprire anche tutte le difficoltà, i sacrifici e le paure che abbiamo affrontato per cambiare vita, ma non solo.
Ormai sono passati 2 anni, o meglio 63 072 000,00 secondi all’incirca, da quando abbiamo lasciato la Pianura per trasferirci in un piccolo paese di appena 3000 abitati a 640 m di altezza in Appennino modenese.
Dopo tutto questo tempo pensiamo che sia arrivato il momento per parlartene meglio e, sopratutto, per tirare le somme capendo insieme i pro e i contro di questa scelta.
Ciao Viaggiatore!
Bentornato o benvenuto sul nostro blog, se ancora non ci conosci: noi siamo Bel & Fol!
Ad Aprile 2022 abbiamo cambiato vita e ci siamo trasferiti in Appennino modenese per ricercare la nostra felicità.
Qui passiamo le giornate lavorando al nostro progetto online: FotoViaggiRacconti con cui raccontiamo i nostri trekking, le nostre avventure zaino in spalla nel mondo e condividiamo pensieri.
Non solo, lavoriamo anche nel Rifugio i Taburri a 1220 m.
Proprio come dicevamo all’inizio, siccome sono già trascorsi 2 anni dal nostro trasferimento, vorremmo tirare le somme di questo inizio della nostra nuova vita, quindi leggi questo articolo per scoprire:
- Com’era la nostra vita di prima?
- Cosa ci ha spinto a cambiare vita?
- Cosa ci aspettavamo da questa scelta?
- Che paure avevamo?
- Che sacrifici abbiamo fatto?
- Due anni dopo: tiriamo le somme
- Conclusioni
Insomma si prospetta un articolo molto interessante, introspettivo e altamente confidenziale quindi se hai voglia di leggerci e conoscerci meglio ti aspettiamo nelle prossime righe… Vamosss!!!
Com’era la nostra vita prima?
Ci siamo conosciuti nel 2014, all’epoca Fol aveva 28 anni e Bel 20.
Entrambi abitavamo con i genitori: Fol nel mantovano e Bel nel modenese.
Siamo andati a convivere nel 2017 quando finalmente Bel ha terminato gli studi e ha iniziato a lavorare come estetista.
Invece Fol erano già diversi anni che lavorava come operaio in un’azienda d’infissi.
Abbiamo deciso di spostarci a metà strada tra i rispettivi lavori e famiglie, per non rinunciare completamente a loro.
Ci siamo costruiti una vita insieme in un piccolo paesino della bassa reggiana: Reggiolo.
La nostra routine settimanale era molto semplice: lavoravamo dal Lunedì al Sabato, il Martedì e il Giovedì seguivamo un corso in palestra. Il Venerdì o il Sabato si usciva con gli amici e alla Domenica, se non c’erano impegni famigliari, la dedicavamo a rilassarci in casa o facendo una bella gita in montagna.
Invece, a livello giornaliero eravamo organizzati come delle macchine per riuscire a soccombere a tutti i compiti e riuscire lo stesso a rilassarci alla sera davanti alla tv.
Bel, che iniziava più tardi a lavorare, metteva avanti la cena. Mentre Fol, che arrivava a casa prima, terminava le preparazioni in cucina e si occupava anche di fare un po di spesa.
Il sabato pomeriggio era dedicato alla pulizia della casa.
Insomma, eravamo ben organizzati per riuscire ad incastrate tutti gli impegni che la vita da adulti ci ha scaravoltato addosso non appena si abbandona il nido famigliare.
Stavamo fuori dalla mattina alla sera, Bel a volte rientrava a casa quasi alle 9 di sera, saperebbe stato impossibile per noi sopravvivere senza questa organizzazione.
La nostra vita era molto simile a quella di molti altri, ma allora…
Cosa ci ha spinto a cambiare vita?
Diciamo che è stato un miscuglio di cose successe nel momento giusto, un insieme di incastri magici che ci hanno portato a dire una sera d’inizio Settembre “ok, andiamo a vivere in montagna!“.
Quindi, facciamo un passo indietro e torniamo ad inizio 2020 quando Fol era già così tanto stufo del suo lavoro che abbiamo fatto il brindisi di mezzanotte dicendoci “Benvenuto 2020, anno di cambiamenti!!”.
Pensavamo davvero che quello sarebbe stato solo l’anno in cui Fol avrebbe cambiato lavoro e al massimo avremmo acquistato la casa dei nostri sogni.
La vita non va mai secondo i nostri piani e 3 mesi dopo ne abbiamo avuto la prova!
Il Covid è scoppiato in Italia e in tutto il mondo, come tutti siamo rimasti bloccati in casa e durante il primo lockdown qualcosa è cambiato dentro di noi!
Durante quei mesi abbiamo riscoperto vecchie passioni come la fotografia, la musica e la scrittura, ma non solo.
Infatti stando chiusi nelle 4 mura domestiche abbiamo iniziato a sentire sempre di più la mancanza del contatto con la natura, delle nostre passeggiate in montagna e delle nostre gite domenicali alla scoperta di piccoli borghi sparsi per l’Italia.
Per sopperire a questa mancanza abbiamo anche iniziato a navigare molto di più scoprendo una nuova realtà che stava esplodendo: i social!
Applicazioni che fino a quel momento avevamo semplicemente usato per rimanere aggiornati sulle vite di amici e conoscenti, in questo momento le stavamo iniziando ad usare per conoscere nuove persone con le nostre stesse passioni e questo ci ha fatto accendere una lampadina!
Siamo arrivati a fine lockdown che avevamo già iniziato a buttare giù le basi di un progetto che qualche mese dopo ha preso il nome di FotoViaggiRacconti.
Eravamo pronti a dedicare anima e corpo in questa nostra piccola creazione.
Credevamo che sarebbe stato bellissimo ispirare persone attraverso le nostre avventure o con i nostri pensieri fuori dagli schemi classici che la società ci impone.
Purtroppo, nel mentre ci siamo dovuti scontrare con la realtà: ovvero siamo tornati a vivere la vita di tutti i giorni, il lavoro ci stava risucchiando ogni briciola di energia e di tempo libero e questo ci faceva sentire irrequieti e insoddisfatti.
Le vite che avevamo vissuto fino a quel momento ormai le sentivamo strette ed era come se vivessimo incarcerati, anche se apparentemente eravamo liberi.
Abbiamo iniziato a pensare che il lavoro, la società e i suoi modelli fossero le sbarre della nostra prigione e che se fossimo riusciti ad abbattere questi limiti avremmo potuto ritrovare la nostra felicità.
Contemporaneamente la pagina Instagram di FotoViaggiRacconti ci stava connettendo con tante persone che la pensavano come noi e che magari avevano già mollato tutto ricercando la propria felicità.
Un passetto alla volta, quella pazza, idea si stava facendo strada nelle nostre menti.
Ad Agosto 2021 abbiamo trascorso un mese di ferie a Fanano (il paese in cui oggi viviamo in Appennino modenese) ed è stato il periodo più rilassante di quei due anni!
Durante quei 30 giorni abbiamo ritrovato il nostro ritmo, la voglia di esplorare le montagne, di vivere connessi con la natura e di creare contenuti per portare avanti il nostro progetto di FotoViaggiRacconti.
E’ stato proprio quando siamo tornati a lavoro che tutto lo stress ci è ripiombato sulle spalle come se nulla fosse successo e abbiamo capito che quello non era più un posto, o meglio: uno stile di vita, che ci rendeva felici!
Così abbiamo preso la decisione di mollare tutto e fare un cambio drastico!
Non è stata una scelta nè impulsiva nè coraggiosa, ma semplicemente un mero tentativo di salvarci da una vita che ci stava soffocando.
Quali erano le nostre aspettative?
Bhe indubbiamente ci aspettavamo di guadagnare più tempo!
Proprio perchè venivamo da un periodo in cui vedevamo il nostro tempo sfumare in ore di lavoro, abbiamo pensato che optando per una vita in cui il lavoro non era al primo posto avremmo guadagnato più tempo da dedicare a noi stessi, alle nostre passioni, ad amici e famigliari.
Ci aspettavamo di vivere più a stretto contatto con la natura: volevamo uscire di casa ed essere praticamente già su un sentiero in mezzo al bosco proprio per ritrovare quel contatto che tanto avevamo perso durante gli anni di pandemia.
Ci aspettavamo di costruirci le giornate in base ai nostri ritmi, eliminando tutte quelle regole rigide che dobbiamo seguire quando si vive in una comunità.
Infine, ci aspettavamo che tutto questo ci avrebbe regalo un tale senso di benessere e relax da far passare in secondo piano tutte le paure che avevamo.
Che paure avevamo?
Parliamo spesso di quante cose belle ci abbia regalato il nostro trasferimento, ma non menzioniamo mai tutte le paure che spesso ci hanno tenuti svegli durante quei mesi di cambiamenti drastici.
Diciamo che ci viene automatico cercare di mostrare solo la parte migliore di noi e nascondere al mondo intero tutto il resto… Alla fine è così che funziona, giusto?
Oggi mettiamo da parte gli uccellini canterini e le belle storielline perchè è giunto il momento di raccontarti anche tutte le rinunce, i sacrifici e le paure che ci hanno attanagliato in questi anni.
Partiamo da una delle paure più grosse che avevamo: l’insicurezza economica!
Al contrario di quello che molti leoni da tastiera ci hanno scritto nel tempo, noi non proveniamo da famiglie ricche, non abbiamo chiesto aiuto a nessuno e quindi passare da due stipendi sicuri al mese a nessuno, ci ha spaventato parecchio!
Quando siamo partiti avevamo un piccolo gruzzoletto, ma vederlo calare senza sapere se e quando avremmo potuto di nuovo rifornirlo è stato molto stressante.
Siamo cresciuti con l’idea che sia necessario lavorare duramente tutti i giorni per riuscire a portare il pane in tavola, quindi: come potevamo riuscirci con un lavoro stagionale?
Sapevamo che avremmo lavorato durante i mesi estivi, ma durante il resto dell’anno come avremmo fatto?
Avremmo dovuto trovare un altro lavoretto per l’inverno o ci sarebbero bastati i soldi che avremmo guadagnato? Effettivamente di quanti soldi avevamo bisogno? Perchè i soldi non crescono sugli alberi?
Ecco alcuni esempi di domande che ci assillavano!
Avevamo paura anche di perderci dei momenti importanti con le persone care!
Alla fine volevamo avere più tempo da passare con loro, però ci stavamo anche allontanando da loro!
Fino a quel momento avevamo le famiglie e gli amici a 20 minuti di macchina al massimo da casa e, anche se non andavamo dall’altra parte del mondo, sapevamo che sarebbe stato più difficile vederli.
Saremmo riusciti a mantenere vive le amicizie di sempre? Ci saremmo stati quando i nostri genitori avrebbero avuto bisogno? Avremmo visto i nostri nipotini crescere?
(Eravamo TERRORIZZATI di diventare sconosciuti per i nostri nipoti)
Avevamo paura del futuro!
Abituati fin da sempre a programmare tutto nei minimi dettagli oppure a seguire strade già percorse da così tante persone che non ci siamo mai fatti tante domande sul futuro.
Ma facendo una scelta di vita così fuori dal comune istintivamente c’è venuto da farci mille domande sul futuro: cosa voglio fare della mia vita? Voglio avere dei figli? Dove voglio vivere? Come passerò il tanto tempo disponibile? Starò facendo la scelta giusta?
Infine, avevamo paura anche di non ambientarci!
Sì sa, la vita quotidiana in montagna è più dura perchè i servizi sono scarsi, non ci sono molte cose da fare e poi c’è questo luogo comune che le comunità montanare siano come dei club privati ed esclusivi in cui sia difficile inserirsi.
Ecco come in poche righe abbiamo riassunto tutti i pensieri e le paure che spesso e volentieri ci hanno tenuti svegli in quei mesi che hanno preceduto il nostro trasferimento.
Che poi, si sa, le paure sono spesso e volentieri scenari catastrofici che la nostra mente ci fa immaginare, senza un effettivo motivo.
Però, è anche vero che è proprio a causa della paura che si modifica il nostro comportamento perchè se ad esempio io ho paura dei traghetti ne consegue che evito di prenderli e magari faccio il sacrificio di allungare il mio spostamento via terra pur di evitarli.
Quindi noi…
Che sacrifici abbiamo fatto per affrontare le nostre principali paure?
Analizziamo una alla volta!
- Incertezza economica: fin da subito abbiamo eliminato tutte quelle spese che per noi erano degli extra come uscire al ristorante, fare shopping e abbiamo anche venduto tutte quelle cose che in casa erano superflue, anche in vista del trasloco.
Non solo, in una fase iniziale abbiamo anche ridotto drasticamente i nostri viaggi.
Con il passare del tempo però, ci siamo resi conto che tutte quelle rinunce iniziali non ci stavano più pesando.
Non è che forse è proprio la vita in città, coi suoi continui stimoli, ad indurci al consumo di beni e servizi?
Con il tempo abbiamo capito cos’è davvero essenziale per noi e abbiamo visto che i soldi guadagnati in una stagione al rifugio ci bastavano per ricoprire queste spese, ovvero: affitto, bollette, cibo, sostegno della macchina e viaggi. - Mancanza delle persone care: quando ci manca qualcuno facciamo di tutto per andarlo a trovare!
Si certo, dobbiamo fare magari anche 4 ore di macchina in una giornata, ma alla fine non dovendo rispettare orari di lavoro, possiamo organizzarci come più ci pare.
Poi abbiamo visto che, alla fine, fa piacere anche agli altri venirci a trovare e prendersi una pausa dalla città!
Comunque, quando proprio non è possibile vedersi fisicamente, si usano altri mezzi tipo: videochiamate, whatsapp o anche le care e vecchie chiamate! - Incertezza del futuro: in questo caso non abbiamo fatto nessun sacrificio, anzi ci siamo solo affidati e sperato che tutto potesse andare bene…
Che poi, se ci pensi un microbattere ha messo in ginocchio il mondo intero per circa due anni e senza tanto preavviso.
Quindi, alla fine, che tu abbia o no un lavoro, una casa e la salute non è così importante, se qualcosa dove andare male lo farà a prescindere da tutte queste cose.
E allora buttati, vivi, non avere rimpianti e come dice sempre Stefano (il proprietario del rifugio in cui lavoriamo) “alla morte si arriva vivi“!
Si ok, alla fine non abbiamo fatto grandi sacrifici fisici in questo caso, abbiamo solo dovuto rivoluzionare il nostro pensiero e ricordarci che mal che vada possiamo sempre tornare indietro. - crearsi una nuova vita: questo fa parte del trasferirsi.
Fa sempre paura, ma anche in questo caso la nostra mente ha ingigantito le cose a causa di qualche difficoltà iniziale sul trovare una casa.
Due anni dopo: tiriamo le somme
Quindi, eccoci qui, due anni dopo… Che dire?
In questi anni abbiamo fatto molti sacrifici, ma abbiamo ricevuto anche tanto in cambio e non sempre questo si è presentato in forma di sorrisi!
Nel senso che il tempo ci ha dato si tutto quello che ci aspettavamo, ma anche altre cose… Lascia spiegarci meglio!
Se ci pensi un attimo, quando dobbiamo portare a termine un compito e si ha poco tempo a disposizione si è molto più produttivi, mentre se non si ha una scadenza ci si potrebbe impiegare anche un sacco!
Questo è quello che un po è successo anche a noi: non sapendoci ben organizzare abbiamo lasciato che il tempo prendesse il sopravvento diventando procrastinatori seriali, ma ci stiamo lavorando su!
Non solo!
Non avere tanti impegni ti da anche la possibilità di avere più tempo per esplorare nel bene e nel male la tua mente.
Questo per noi è stato un grande scalino da affrontare: ci siamo ritrovati faccia a faccia con le nostre parti più intime e private senza volerlo e le stiamo ancora affrontando.
Quindi possiamo dire che alla fine tutte le grandi incertezze, paure e sacrifici che sapevamo di dover affrontare si sono rivelati solo delle piccole montagnole lungo il nostro percorso.
Cioè non sono stati quegli ostacoli così grandi che pensavamo potessero bloccarci o farci capire che avevamo scelto la strada sbagliata…
Alla fine invece, è stato proprio il tempo a metterci in difficoltà!
Lo abbiamo così tanto desiderato che lo abbiamo preso sotto gamba senza pensare che siamo esseri umani: dobbiamo avere qualcosa da fare, uno scopo, una missione e che senza la nostra vita non ha tutto questo senso.
Conclusione
Nonostante tutto quello che ti abbiamo appena raccontato, siamo contenti perchè abbiamo fatto qualcosa che ci ha dato la possibilità di capire molte cose sia su noi stessi che sulla nostra coppia.
Stiamo davvero capendo cosa vuol dire creare una vita fatta a misura su noi stessi e proprio come hanno detto i Coldplay “nobody say il was easy“.
Caro amico Viaggiatore, ti ringraziamo per averci letto fino a qui e se hai domande da porci saremo ben contenti di risponderti nei commenti qui sotto!
Ti aspettiamo su Instagram, Youtube e sulla Newsletter FVR se ci vuoi conoscere meglio.
TI MANDIAMO UN GROSSO ABBRACCIO VIRTUALE
Buona giornata, buon pomeriggio, buona serata… BUON TUTTO 🙂
Aaah, la magia della scrittura: leggere e ritrovarsi dentro le parole di qualcun altro!
Leggo le vostre e capisco di non essere sola, io in prima persona, a sentire che ormai il lavoro mi sta stretto e penso sempre di più all’idea del viaggio come vita – scoprire il mondo e cercare di viverlo a pieno, godendo della calma di cui ha bisogno di essere vissuta la vita, ridando un senso più profondo del tempo.
Le vostre paure, che penso accomunino tutti coloro che vogliono buttarsi, le stesse mie – economiche, affettive – considerando che la nostra idea (mia e del mio ragazzo) è prendere e partire per viaggiare nel mondo.
Anche la paura di non essere capiti dai propri cari, perché è contro quello che vivono tutti, ma dove sta scritto che io devo essere come gli altri?
Bisogna avere coraggio, tanto coraggio.
Noi abbiamo anche il timore di fare questo e non arrivare a quel momento che desideriamo: stiamo camperizzando un van, quindi ci vorrà del tempo prima di partire, tempo libero che ora ci precludiamo, sperando di donarcene di più tra qualche anno, sperando ancora di più che sia il prima possibile, ma lavorando a tempo pieno ciò che rimane per farlo è davvero poco.
Grazie per queste parole spese!
Mi hanno portato ancora una volta a guardarmi dentro e pormi domande sul mio presente e futuro.
Betty, di 12portside
Cara Betty, grazie mille per questo tuo riscontro e ci ritroviamo nelle tue parole!
Sappiamo perfettamente cosa vuol dire sacrificare il tempo libero del presente per un beneficio futuro, noi lo abbiamo fatto a suo tempo per creare FotoViaggiRacconti.
Vedrai che con determinazione e molta pazienza quel momento arriva!
Ed è proprio quando arriverà quel momento che tutte le persone che fino a quel punto non avevano capito la vostra scelta, la capiranno vedendovi sereni!
Un abbraccio,
Bel