Vieni con noi ti portiamo al Borgo abbandonato di Montemezzano, ti racconteremo la sua storia e le leggende di questi territori.
Ciao Viaggiatore FVR, pronto per questo nuovo trekking!?
Oggi ti portiamo alla scoperta di un borgo abbandonato e poco conosciuto in Appennino modenese: il Borgo di Montemezzano di Sopra.
In questo articolo troverai:
- Informazioni sui punti d’interesse del trekking
1.a Oratorio della Madonna del Ponte
1.b Il torrente Fellicarolo
1.c La leggenda dell’Orma del Bue - La storia del Borgo di Montemezzano di Sopra
- I dettagli del trekking
- Il nostro trekking
- traccia GPX e conclusioni
Prima di addentrarci nel cuore dell’articolo, lascia che ci presentiamo se ancora non ci conosci: noi siamo Bel & Fol.
Amiamo così tanto la natura, la montagna e il trekking che abbiamo deciso di cambiare vita e trasferirci in Appennino modenese.
Sui nostri canali social e in questo blog condividiamo i nostri trekking, itinerari e la nostra Filosofia FVR con la community di Viaggiatori FVR.
Mentre ci finiamo di preparare per il trekking, ne approfittiamo per farti scoprire qualche curiosità su ciò che vedremo oggi!
Informazioni sui punti d’interesse del trekking
Iniziamo ogni articolo di trekking dando qualche informazione in più sul territorio in cui ci troviamo.
Ci piace procedere così perchè siamo convinti che la conoscenza porti ad apprezzare maggiormente tutto ciò che vedremo.
La Madonna del Ponte
Il primo punto degno di nota lungo il nostro trekking è l’Oratorio della Beata Vergine.
Conosciuta anche come Madonna del ponte per la sua vicinanza al ponte che attraversa il torrente Fellicarolo, fu costruita la prima volta nel 1583, per poi essere ristrutturata nel 1650 per opera della famiglia Ottonelli.
Da qui in avanti la Madonna del ponte fu considerata la protettrice di tutti gli emigranti, infatti fu proprio un gruppo di emigranti volontari che ripristinarono per ultimi il santuario nel 1932 a seguito del violento terremoto del 1920.
Attualmente, davanti alla chiesa, si trova una lapide di pietra locale dedicata a Felice Pedroni, l’emigrante più famoso di tutta Fanano.
Il torrente Fellicarolo
Lungo il nostro trekking arriveremo anche ad attraversare un ponte che ci permette di superare in pochi passi il torrente Fellicarolo.
Questo meraviglioso torrente è lungo circa 9 km, nasce sotto al Libro Aperto e scendendo giù a valle forma anche le famose Cascate del Doccione.
Ma non finisce qua, all’altezza del Lido di Fanano, il torrente Fellicarolo si unisce con il torrente Ospitale formando cosi il Torrente Leo.
A sua volta il torrente Leo, a pochi chilometri da Fanano, lungo la Fondovalle si unisce con lo Scoltenna (proveniente da Pievepelago) e formano il Fiume Panaro.
Il Panaro è lungo 148 km, attraversa l’Emilia Romagna e poi diventa l’ultimo affluente a destra del Fiume Po che a sua volta sfocia nel Mar Adriatico.
Ecco come in un qualche centinaio di chilometri l’acqua dell’Appennino emiliano arriva indisturbata fino al mare.
Orma del Bue
Sarà una leggenda e puoi crederci o no, ma si narra che:
al tempo del Duca di Modena c’era un brigante che aveva nascosto un bottino in un luogo segreto, ma a seguito dell’unificazione dell’Italia dovette lasciare la sua nazione e il suo tesoro.
Come ogni brigante che si rispetti, anche lui lasciò una mappa per ritrovare il fortino così i suoi nipoti dalla Francia vennero a Fanano alla ricerca dell’oro.
Sulla mappa c’era indicata la Madonna del ponte e il Mulino accanto al fiume, proprio qui i nipoti trovarono la mugnaia e le chiesero informazioni riguardo al punto successivo disgnato sulla mappa
La mugnaia allora li accompagnò al sasso indicato sulla cartina e rimase lì con loro.
Infatti il brigante si era raccomandato che per evitare di far arrabbiare il diavolo, togliendogli un tesoro che ormai sotterrato da tanto tempo gli apparteneva di diritto, dovevano farlo prelevare da una donna, appena diventata madre, vestita di bianco e con una candela accesa in mano.
A questo punto i nipoti iniziarono a scavare, finché non arrivarono al bauletto di ferro, ed è proprio in quel momento che una piccola scossa di terremoto spaccò in due la pietra e dalla crepa iniziarono ad uscire fumo, fiamme e un diavolo a forma di bue che voleva rivendicare la proprietà del tesoro
Ma il più spavaldo dei nipoti prese coraggio e disse al bue che siccome erano in presenza della donna non poteva fare nulla e doveva lasciare il tesoro.
Così il diavolo per scaricare la propria rabbia prese uno dei tre nipoti e lo scaraventò giù dal dirupo direttamente nel torrente Fellicarolo per poi tornare negli inferi.
Così i nipoti diventarono i nuovi proprietari del tesoro e regalarono alla mugnaia tanto denaro finché lei non disse basta, proprio come aveva lasciato scritto il brigante, e poi tornarono in Francia.
Ciò che la mugnaia, però, non sapeva è che quel denaro era maledetto così i suoi figli subirono le conseguenze della maledizione: uno morì a seguito di un calcio di un bue e il secondo fu investito da una delle poche macchine in circolazione.
Gli anziani rimasero così tanto colpiti da queste vicissitudini che decisero di porre la figura della madonna sulla pietra per essere protetti dal diavolo.
Storia del Borgo di Montemezzano di Sopra
La meta finale del nostro trekking è il borgo abbandonato, da ormai più di settant’anni, di Montemezzano di Sopra.
Oggi, visitandolo, possiamo trovare solo qualche casa mezza distrutta, ma un tempo fu scelto dalla famiglia Orsini come rifugio, proprio per la sua posizione irraggiungibile, se non a piedi attraverso una mulattiera, dagli scontri tra Guelfi e Ghibellini.
Tra il 1920 e il 1930 ci abitavano ancora undici famiglie, ovvero oltre cinquanta persone, ma a causa dello spopolamento della zona nel decennio successivo rimasero soltanto 3 famiglie per poi rimanere in due dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1954, Pasquale Orsini di 78 anni, proprio come il padre trent’anni prima, cadde nello stesso burrone di fronte alla borgata di case e questo fu l’evento decisivo che spinse i pochi abitanti rimasti ad abbandonare definitivamente la borgata di case.
Trekking al borgo di Montemezzano di Sopra: i dettagli
PARTENZA: Piazza Corsini Fanano
ARRIVO: Piazza Corsini Fanano
DISTANZA: 11 km
DISLIVELLO: Elev.+ 565 m, Elev.- 549 m
DIFFICOLTA’: E (T= turista, E= escursionista, EE= escursionista esperto, EEA= escursionista esperto attrezzato)
TRACCIATO: si
PANORAMICO: solo nella parte finale
RIFORNIMENTO D’ACQUA: si (Piazza Corsini e Madonna del ponte)
PER CANI: si
Trekking al borgo di Montemezzano di Sopra: il nostro racconto
Il nostro trekking parte da Piazza Corsini, ovvero la piazza principale di Fanano, ma se sei in macchina ti consigliamo di parcheggiare alle piscine di Fanano e partire da qui per il trekking.
In ogni caso, dirigiamoci verso la Madonna del Ponte, ovvero al bivio per Fellicarolo teniamo la sinistra e iniziamo a scendere lungo Via Madonna del Ponte.
Arrivati proprio di fronte al santuario troviamo l’ultima fontana d’acqua in tutto il trekking, quindi se ne abbiamo bisogno, è questo il momento giusto per fare rifornimento.
Proseguiamo lungo la strada asfaltata seguendo il Sentiero CAI 411 che coincide anche con la Via Romea.
Arriviamo fino in fondo alla strada e in prossimità dell’antico mulino giriamo a sinistra e scendiamo verso il fiume, continuando a seguire il Sentiero CAI 411-425.
Attraversiamo il ponte e al bivio manteniamo la destra iniziando quindi a salire lungo il bosco e superando la famosa Orma del Bue.
Superiamo il metato Nicolai alla sinistra, ci lasciamo una casa sulla destra e sbuchiamo a fine del bosco trovandoci una casa in pietra sulla sinistra.
Continuiamo a seguire il Sentiero CAI 411-425 in direzione Ospitale finchè non ci troviamo di fronte ad una casa rosa, a questo punto giriamo a destra e proseguiamo per il Sentiero CAI 425.
Continuiamo dritto sul Sentiero CAI 425 in direzione Tralè senza imboccare la salita verso Cima Tauffi sulla destra.
Al bivio successivo manteniamo la destra e proseguiamo dritto finchè non avremo sulla sinistra il Tralè in pietra.
A questo punto imbocchiamo il sentiero indicato dal cartello in legno in direzione Montemezzano di Sopra e continuiamo a seguire le indicazioni rosse e azzurre.
Questo è la parte più difficile di tutto il trekking, infatti il sentiero è molto ripido e a tratti esposto quindi prestare massima attenzione!
Camminiamo in salita finchè non arriviamo ad una piccola cappelletta con le tombe della famiglia Orsini e da qui possiamo ammirare la maestosità e l’eleganza dei prati del Lago Pratignano.
Dopo poco la cappelletta troviamo la prima casa in pietra diroccata.
Proseguiamo lungo l’ultima salita e dopo arriviamo al borgo abbandonato!
Qui noi ci siamo concessi un pranzetto più che meritato mentre immaginavamo la vita in questa piccola borgata di case.
Per tornare indietro abbiamo percorso il sentiero a ritroso facendo una piccola deviazione al ponte sul torrente Fellicarolo:
invece di risalire per la strada asfaltata e ripassare per la Madonna del ponte, abbiamo girato a destra subito dopo il ponte e anche al bivio successivo, passando così per un bellissimo sentiero immerso nel bosco.
Siamo poi sbucati in una via Turchi accanto alle scuole e alla stazione dei carabinieri, ovvero al parcheggio delle piscine.
Traccia GPX e Conclusioni
Siamo giunti anche oggi alla fine di questo trekking e come promesso all’inizio ecco la TRACCIA GPX che puoi scaricare GRATIS.
Se avrai l’opportunità di ripercorrere questo trekking mi raccomando prenditi un attimo per gustarti il tuffo nel passato che questa escursione ti porta a fare.
Infatti camminare tra queste case, anche se mezze diroccate e in completa rovina, ci ha dato la possibilità d’immaginare quanto doveva essere differente lo stile di vita degli Orsini di Montemezzano rispetto alla nostra.
Loro si conoscevano tutti e si aiutavano a vicenda, vivevano seguendo i ritmi della natura e potevano contare solo sulle loro forze.
Noi, invece, abitiamo in grandi città dove non conosciamo neanche il nostro vicino di casa, siamo sempre di corsa e abbiamo più di quello che ci serve per vivere.
Si ok, alla fine anche loro hanno abbandonato il piccolo borghetto di case perchè era davvero fuori dal mondo, ma credo anche che la nostra vita sia troppo estremizzata nel senso opposto.
Alla fine si sa: la verità sta sempre nel mezzo!
Magari dovremmo imparare un po da loro e semplificare il nostro stile di vita, tornare ad apprezzare le cose semplici e vivere seguendo il nostro ritmo, ma questo è un altro discorso che se vuoi approfondire lo trovi in questo articolo e in questo Bel Pensiero.
Se invece vuoi scoprire altri trekking in Appennino modenese ti consigliamo questo semplice trekking alla Croce Arcana e Lago Scaffaiolo.
Sei un’escursionista esperto e hai voglia di un trekking un po più impegnativo?
Esplora il Libro Aperto insieme a noi e ne rimarrai stupito!
Ok Viaggiatore FVR, siamo arrivati alla fine di questo articolo, ti ringraziamo per il tempo che ci hai dedicato
TI MANDIAMO UN GROSSO ABBRACCIO VIRTUALE
Buona mattinata, buon pomeriggio, buona serata… BUON TUTTO 🙂
PS per rimanere sempre aggiornato con i contenuti che pubblichiamo qua sul blog iscriviti alla Newsletter FVR o al Canale Telegram FVR.
Ciao ragazzi vi chiedo alcune informazioni per quanto riguarda la vostra escursione.
Che voi sappiate esiste qualche sentiero che colleghi Montemezzano di Sopra con Montemezzano di Sotto .
Percorrendo il sentiero il sentiero 425 poco prima di arrivare alla cima del Pizzo di Fanano si trova una deviazione sulla destra con un indicazione per una fonte, il sentiero non è segnato sulla carta, a differenza della fonte, ma si trova non molto distante da Montemezzano di Sopra è ipotizzabile che anche quel sentiero conduca al borgo? Grazie Giovanni
Ciao Giovanni, scusa se ci abbiamo messo molto a risponderti, ma non sapendo darti una risposta ci siamo presi del tempo per informarci meglio!
Allora: intanto ti avviso che il sentiero che collega Montemezzano di sopra e Montemezzano si sotto non è proprio pulitissimo!
Comunque una volta che sei arrivato a Montemezzano di sopra seguendo il nostro trekking, continua il sentiero e scendendo nell’altro senso dovresti arrivare a Montemezzano di sotto.
A quel punto per rientrare prendi il sentiero dell’isola che ti ricollega al tralè!
Se hai bisogno di maggiori info puoi contattare Giulio Piana su Instagram 😉