Ciao Viaggiatore FVR, oggi vogliamo raccontarti di quando ci siamo alzati con un chiodo fisso in testa: raggiungere PUNTA SOFIA del Corno alle Scale!
In questo articolo troverai:
- informazioni e curiosità insolite sul Corno alle Scale e il Lago Scaffaiolo
- dati precisi sul trekking
- il nostro trekking per filo e per segno
- la TRACCIA GPX dell’escursione
- conclusioni con una piccola riflessione personale
Prima di partire lascia che ci presentiamo: noi siamo Bel & Fol, abbiamo cambiato vita e ci siamo trasferiti a Fanano, sull’Appennino modenese per vivere più a stretto contatto con la natura.
In questo blog e nei nostri canali social condividiamo l’amore per la Terra, le nostre avventure in montagna e non solo!
Viviamo semplicemente, dando valore al tempo e seguiamo tutti quei principi che ci appartengono e che abbiamo racchiuso nella Filosofia FVR alla base della nostra community di Viaggiatori FVR.
Continua a leggere e non te ne pentirai!
Parco regionale del Corno alle scale: informazioni e curiosità insolite
Prima di condividere i nostri trekking, siamo soliti far conoscere il territorio raccontandone la sua storia da diversi punti di vita.
Perchè?
Siamo sicuri che questo ti permetterà di apprezzare di più tutto ciò che avrai intorno e di poterlo attraversare guardandolo con occhi differenti.
Il trekking di oggi si svolge nell’Appennino bolognese, più precisamente nel Parco Regionale del Corno alle Scale che si estende per ben 5000 ettari.
Il monte più alto di tutto il parco, e meta del nostro trekking, è il Corno alle Scale (1945 m s.l.m.), ha una forma piramidale e ogni parete appartiene ad un bacino idrico differente:
- il Versante Est, nella provincia bolognese, appartiene al bacino del Fiume Reno che sfocia poi nel Mar Adriatico
- il Versante Ovest con il Torrente Leo e il Torrente Dardagna rientrano nel bacino del Po sfociando le sue acque nell’Adriatico
- il Versante Sud rientra nel bacino del Fiume Lima e quindi sfocia nel Tirreno.
Il punto d’unione tra i 3 bacini è Punta Giorgina, ovvero la cima meno famosa del Corno alle Scale e spesso viene superata senza neanche accorgersene.
La vera cima del Corno alle Scale (1945 m s.l.m.) si trova al centro del monte e da qui si gode di una visuale a 360° gradi pazzesca, anzi nelle giornate più limpide si arrivano a vedere anche le Alpi Apuane.
Ultima, ma non meno importante è Punta Sofia, la più famosa delle tre cime del monte per via della sua croce di metallo alta 15 m che è possibile vedere anche dalla Pianura Padana.
Il Corno alle Scale prende il nome dalla strana forma che ha la sua parete settentrionale che è costituita da una serie di balze rocciose e gradinose, chiamate “I Balzi dell’Ora”, che ricordano la forma di un corno.
Tra l’altro “I Balzi dell’Ora” sono uno tra i più famosi Sentieri CAI attrezzati di tutto l’Appennino bolognese, proprio perchè bisogna risalire questi ripidi gradini di roccia e ai lati c’è il vuoto.
Il Parco Regionale del Corno alle Scale non è famoso solo per i trekking estivi, ma anche per l’importante impianto sciistico con 36 km di discesa che ha visto nascere il campione Alberto Tomba.
Oggi passeremo anche accanto al Lago Scaffaiolo: un piccolo laghetto posto a circa 1785 m s.l.m.
Le origini del Lago Scaffaiolo sono state oggetto di studio fino al 1700, ad oggi sappiamo che è alimentato da una fonte sotterranea proveniente dal Monte Cupolino, da acque piovane e dallo scioglimento delle nevi.
Vicino allo Scaffaiolo si trova il Rifugio Duca degli Abruzzi dove è possibile gustare piatti della tradizione montanara e pernottare.
Piccola curiosità sul rifugio: fu il primo ad essere inaugurato in tutto l’Appennino tosco-emiliano nel 1887.
Ok viaggiatore, ora che sai proprio tutto su questo territorio è arrivato il momento di allacciarti gli scarponci e partire insieme a noi!
Trekking Corno alle Scale: dati escursione
PARTENZA: Rifugio Cavone
ARRIVO: Rifugio Cavone
DISTANZA: 11 km
DISLIVELLO: elev.+ 567 m, elev.- 446 m
DIFFICOLTA’: E (T= turista, E= escursionista, EE= escursionista esperto, EEA= escursionista esperto attrezzato)
TRACCIATO: si
PANORAMICO: si
PER CANI: si
RIFORNIMENTO D’ACQUA: si (Rifugio Cavone, Rifugio Le Malghe, Rifugio Duca degli Abruzzi)
IL nostro trekking per filo e per segno
Il nostro trekking parte dal Rifugio Cavone dove abbiamo lasciato la macchina nell’ampio parcheggio gratuito.
Tra l’altro la strada per arrivare da Lizzano in Belvedere è una delle più belle e rilassanti che abbiamo mai percorso: dolci tornanti accompagnati da faggete e boschi di abeti.
E’ ora di partire: zaino in spalla e via che si va alla conquista della Sofi!
Lasciandoci il rifugio alle spalle, iniziamo ad avviarci lungo il Sentiero CAI 329: il primo pezzo del sentiero è sull’asfalto.
Camminiamo mantenendo sulla sinistra l’impianto di risalita, dopo una curva a sinistra e un tunnel abbandoniamo la strada asfaltata per la Strada forestale delle Malghe a sinistra, che coincide con il nostro Sentiero CAI 329.
Manteniamo la destra e continuiamo dritto, superando la Baita del Sole finchè non si apre davanti a noi una meravigliosa vallata che ci lascia senza parole, infatti si chiama Valle del Silenzio.
Attraversiamo il ponte e con una piccola salita arriviamo al Rifugio Le Malghe.
Da qui per arrivare al Lago Scaffaiolo puoi intraprendere due sentieri:
- Sentiero CAI 329
- fare un piccolo tratto di sentiero non CAI, passare sotto all’impianto di risalita e congiungersi con il Sentiero CAI 401
Noi abbiamo scelto il Sentiero CAI 401 che in circa 788 m e 135 m di dislivello si aggiudica il primo premio di tratto più faticoso, più ripido e infernale di tutto il trekking.
Alla fine del sentiero “ammazza cristiani” troviamo di fronte a noi il Lago Scaffaiolo.
Nelle sue calme acque cristalline si specchia il Monte Cupolino. A sinistra avremo il Corno alle Scale e a destra tutto il crinale dell’Appennino modenese che termina con il Monte Cimone.
Proseguiamo il nostro trekking lasciandoci il Lago Scaffaiolo alle spalle e intraprendiamo il Sentiero CAI 00, superiamo il Passo dei Tre Termini fino ad arrivare al Passo dello Strofinatoio.
Qui prendiamo il Sentiero CAI 129 che, invece, vince il primo premio come parte più tecnica di tutto il trekking in quanto bisogna salire, con l’aiuto delle mani o dei bastoncini, dei gradoni di roccia.
Con la giusta attenzione anche i bambini e i cani riusciranno a superare questa piccola difficoltà.
In men che non si dica arriviamo su Punta Giorgina e proseguiamo conquistando il Corno alle Scale.
Proseguiamo lungo il Sentiero CAI 129 e in circa 10 minuti conquistiamo anche Punta Sofia.
Carichi e con l’adrenalina che ci scorre nelle vene per aver conquistato un’altra cima importante di tutto l’Appennino, ci fermiamo per gustare il nostro pranzo al sacco.
Per scendere ripercorriamo a retroso il Sentiero CAI 129 fino al Passo dello Strofinatoio e qui scendiamo attraverso la Piana della Calanchetta lungo il Sentiero CAI 329A.
Passiamo accanto a quella che noi abbiamo definito “la casetta in Canadà” perchè tutta carina e piccolina proprio come quella con i fiori di lillà.
A questo punto puoi o continuare lungo il Sentiero CAI 329A oppure deviare, come noi, e ripassare al Rifugio le Malghe.
In ogni caso, camminiamo fino a tornare sulla Strada forestale delle Malghe subito dopo il ponte che abbiamo attraversato stamattina nella Valle del Silenzio per poi intraprendere il Sentiero CAI 335A in direzione del Rifugio delle Rocce.
Mantieniamo il Sentiero fino al bivio e continuiamo a scendere lungo il Sentiero CAI 335-337 entrando così nella vallata da cui origina il Torrente Dardagna e che affiancheremo nell’ultimo tratto del sentiero.
Proprio su questo sentiero riusciremo ad avere una magnifica visuale sulla nostra conquista di oggi e dei “Balzi dell’Ora”.
Continuiamo lungo il sentiero e in poco tempo arriviamo al laghetto del Rifugio Cavone e alla macchina.
Come promesso all’inizio, ti lasciamo la TRACCIA GPX che puoi scaricare GRATIS sul tuo smartphone.
Se vuoi vedere con i tuoi occhi tutto il nostro trekking e la nostra giornata ti lasciamo qui sotto il video di tutta la nostra esperienza.
Conclusioni
Questo trekking è stato l’ultimo che abbiamo fatto al termine di una vacanza in Appennino.
Fin dal primo giorno del nostro arrivo abbiamo individuato “La Sofi“, così l’avevamo soprannominata, per la sua imponenza iniziandola a considerare come l’Everest dell’Appennino.
In noi si era ormai formato il pregiudizio di cima inconquistabile, più la osservavamo e vedevamo la sua croce sulla ripida salita, più si confermavano le nostre idee.
Tra un trekking e l’altro, che puoi trovare nella sezione itinerari, siamo arrivati a fine vacanza e ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che ci dovevamo almeno provare.
Conquistare Punta Sofia, toccare la sua croce e osservare il mondo dall’alto ci ha fatto sentire invincibili, padroni del nostro corpo e liberi.
Ma cosa ancora più importante, anche questa volta la montagna ci ha insegnato che non esiste detto più vero di questo:
“mai fasciarsi la testa prima di rompersela”
Ebbene si, noi eravamo convinti che questo fosse un duro trekking sulla base di nostre supposizioni, ma misurandoci con la realtà abbiamo capito che ci sbagliavamo.
Così alla fine ci siamo ritrovati a vivere una bellissima avventura, alla portata del nostro allenamento fisico e nel pieno delle nostre capacità.
Con questo vogliamo dirti che spesso la nostra mente ci inganna proibendoci di raggiungere traguardi che in realtà sono semplici.
Quindi, come l’esperienza ci insegna:
non ascoltare la mente, segui il cuore e metterti in gioco, poi si vedrà!
Ok Viaggiatore FVR, siamo arrivati alla fine di questo articolo e ti ringraziamo per averci dedicato il tuo tempo prezioso.
Se hai bisogno di qualche informazione in più scrivici pure nei commenti qua sotto, saremo felicissimi di aiutarti.
Se vuoi scoprire altre escursioni che passano per il Lago Scaffaiolo ti consigliamo questo bellissimo trekking ad anello con partenza dal Capanno Tassoni.
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